
“Prendi l’azzurro, il rosa è da femmina, o viceversa. “
Quante volte lo abbiamo sentito dire, in un negozio, al parco giochi, addirittura a scuola.
Una frase talmente scontata da sembrare quasi normale.
“Ma è una tradizione, è così da sempre”, e invece no , perchè in realtà la storia del colore ci insegna che il rosa, tonalità che deriva dal rosso, simbolo di forza, era attribuito al genere maschile, mentre l’azzurro, il colore del velo della Madonna, era dedicato alle bambine. E il fiocco al portone, tradizionalmente appeso alla porta per annunciare ai vicini un nuovo arrivo al mondo, era blu, e simboleggiava una richiesta di benedizione dal cielo.
Poi è arrivato il marketing, anche se ancora forse non si chiamava così, e le case di abbigliamento per bambini hanno imposto sul mercato il rosa e il celeste con l’accezione che tutti conosciamo.
Perciò non si tratta di tradizione, ma di stereotipo. Di una sorta di chiusura per cui i colori devono identificare, etichettare.
Ma se non ripetessimo costantemente ai nostri bambini e bambine che questo o quel colore sono da maschi o da femmine, loro cosa sceglierebbero? molto semplicemente, la tonalità che più amano, o che gli suscita emozioni o sensazioni positive.
Al contrario, così facendo non facciamo altro che rafforzare gli stereotipi e i pregiudizi secondo cui ci sarebbero ruoli e competenze adatti solo ai maschi o solo alle femmine.
In troppe case resiste l’assurda abitudine per cui le faccende domestiche e la cura dei figli sono completamente delegate alle donne della famiglia, giusto per dirne una; i libri di testo nelle scuole italiane sono ancora lontanissimi da quella che dovrebbe essere un’educazione alla parità di genere e al rispetto reciproco ( ti consiglio di dedicare cinque minuti ad ascoltare cosa dice in proposito la docente di pedagogia sociale Irene Biemmi in questo video ) .
Il mio pensiero è quello che ognuno e ognuna di noi ha il dovere di fare la sua parte per scardinare questi stereotipi che, come purtroppo ben sappiamo, portano ad eccessi di maschilismo che sfociano in situazioni di violenza e sottomissione inaccettabili.
Mi sono chiesta cosa potessi fare io, nel mio piccolo, con i miei disegni e le mie creazioni illustrate. La risposta è semplice : celebrare l’unicità di ogni bambino e bambina, affidare ai miei personaggi messaggi di inclusione e rispetto, e lasciare che i colori siano semplicemente colori, senza etichette e preconcetti.
E cominciare da subito, proprio dalla nascita, con fiocchi per dare il benvenuto al mondo rosa, celesti, gialli, verdi, viola e di qualsiasi colore rappresenti l’emozione di un nuovo arrivo.

Certo, non sarà una creazione illustrata a cambiare una mentalità radicata e difficile da estirpare, ma io ci metto il mio e mi auguro che il messaggio arrivi forte, chiaro …. e coloratissimo.
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